Rilievo di Popidius Nicostratus, con raffigurazione di attrezzi agrimensori (presso Antiquarium di Boscoreale) |
Lapide marmorea I sec. d.C., rinvenuta presso Ivrea (Museo civico Eporediese) |
Nel 1912 durante gli scavi di Pompei fu rinvenuta una groma ben conservata nella “bottega di Verus”, un agrimensore, in via dell’Abbondanza.
A fine 2019 Massimo Osanna, Direttore Generale del Parco Archeologico di Pompei, Luisa Ferro e Giulio Magli della Scuola di Architettura del Politecnico di Milano hanno proposto una nuova interpretazione degli enigmatici mosaici recentemente rivenuti nella Casa di Orione (casa di Giove) a Pompei nell'articolo “Gromatics illustrations from newly discovered pavements in Pompeii”.
Quei mosaici avrebbero un'analogia con le illustrazioni dei codici dei gromatici romani. Il rinvenimento è avvenuto nel corso dei nuovi scavi della Regio V, nella casa chiamata “di Orione”.
Ambiente della Casa di Orione con disegno del cerchio |
La prima menzione degli agrimensori è in Plauto (Poen., prol. 48), ma le conoscenze sulle strumentazioni utilizzate dai romani derivano dagli scritti di Vitruvio nel I sec. B.C. sull'architettura.Vitruvio sottolineò la difficoltà di usare la groma in condizioni di vento.
Lo studioso che ha approfondito l'utilizzo della groma è stato M.J.T. Lewis che ha pubblicato 'Surveying Instruments of Greece and Rome' (Cambridge University Press, 2001). Nel capitolo 5 del testo leggiamo:
'The groma was an extremely simple instrument, possibly of Greek origin, which became almost the trademark of the Roman land surveyor. Because its function was limited to sighting and setting out straight lines and right angles, its use was restricted to surveying roads and the like and to establishing the rectangular grids of towns, military forts and, above all, land divisions.'
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